BOSCO VERTICALE
Il Bosco Verticale non è soltanto un edificio, ma un racconto visivo che porto con me per sempre.
“Obiettivo Verticale”
Era un pomeriggio luminoso a Milano, e io, da fotografo fotografo, mi trovavo sul 26° piano del Bosco Verticale, un edificio avveniristico, un magnifico complesso architettonico rivestito di piante e verde lussureggiante su ogni balcone, un rifugio urbano inaspettato che sfida la monotonia del cemento circostante.
Con la mia Nikon mirrorless a tracolla e un treppiede in mano, mi incamminai tra i viali di fiori e alberi che crescevano verticalmente verso il cielo. La luce del sole filtrava attraverso le foglie, creando giochi d’ombra e di luce che danzavano sui muri di vetro e metallo. Era come se la natura avesse deciso di riconquistare la città, di dimostrare che poteva esistere in armonia con l’architettura umana.
Mi concentrai sulle sfumature di verde, sulle curve delle foglie e su ogni dettaglio che catturava l’occhio. Mentre scattavo, mi resi conto di quanto fosse speciale quella vista panoramica dalla cima del Bosco Verticale.
La città si estendeva sotto di me, con i suoi grattacieli, la Torre UniCredit, la Torre Unipol, il Palazzo della Regione Lombardia, la Torre Galfa, la Torre Gioia 22 e la Torre Solaria. Ogni edificio sembrava prendere vita sotto il sole, creando un’architettura unica e affascinante.
Attraverso l’obiettivo della mia mirrorless, catturai anche gli abitanti di questo edificio unico. Alcuni stavano facendo yoga sui balconi, altri leggevano libri all’ombra degli alberi, mentre i bambini giocavano felicemente tra le piantine. Era una comunità in simbiosi con la natura, e il mio obiettivo catturò quei momenti di vita autentica.
Durante l’ora dorata del tramonto, tutto si trasformò. La luce si fece più calda, tingendo il cielo di tonalità arancioni e rosa. I grattacieli circostanti, sembravano farsi più morbidi, quasi abbracciati dalle sfumature del crepuscolo. Ero in cima al Bosco Verticale, unico spettatore di questa metamorfosi urbana.
Le luci della città si accesero gradualmente, creando un mosaico di brillanti punti luminosi. Il mio treppiede era saldamente ancorato, e io catturai uno scatto a lunga esposizione delle luci dei veicoli che serpentavano lungo le strade sottostanti. Era un gioco di colori e movimenti che rifletteva la vitalità di una città in perenne movimento.